PENSIERI DI CULTURA E DI DIDATTICA QUOTIDIANA

Da “La grande bellezza”, alla mostra su Escher,  alle “stampanti3D” 

di Nicola Ghiaroni

 

Dalle pagine dei quotidiani odierni, sulla straordinaria avventura di un ultimo grande atto culturale dedicato ai beni artistici dal regista Paolo Sorrentino, con la premiazione internazionale de "La grande bellezza";ai contenuti dell' intervista di Tina Lepri, su Il Giornale dell’ Arte, al nostro fantastico Presidente, Marinella Galletti (Artem Docere): chiari riferimenti alla natura dell'arte, minacciata nella comprensione più profonda dal nascondimento del suo ispiratore di fondo,  il Disegno e la sua efficacissima azione nella comprensione del reale.

Non posso fare a meno di  riflettere su un' altra bellissima gara di stupore organizzata a Palazzo Magnani a Reggio Emilia e dedicata a un interprete del bisogno conoscitivo, Mauritius Cornelius Escher (fino al 23 marzo 2014). Una mostra che consiglio a tutti e che ho visitato anche con un po’ di orgoglio, sapendola curata da un nostro illustre socio, Marco Bussagli. Assolutamente fantastica! E’ impossibile spiegare i concetti morfogenetici, cinematici e scientifici rappresentati da Escher senza le sue opere!  Il “sistema scuola” pretende di non dare altro, ai suoi studenti, che una sommaria, vaga e sterile nozione dell’ arte, senza porre fondamenta  all’ “Educazione all’ Arte”, la cui vocazione è diventata una questione di natura prevalentemente amministrativa e normo-burocratica, al pari  dello stato delle cose che in Italia ha preso letteralmente la forma di un conscio suicidio, senza spiegazione. Nell' arte, i sentimenti viaggiano anche oltre i dati concreti, appartengono alla percezione e alla lettura  dei suoi linguaggi, il cui stesso codice  sembra non essere particolarmente amato di questi tempi nel nostro Paese. 

Uno spunto sul futuro viene da città diversissime tra loro ma accomunate da un fare trasversale al commercio tradizionale, Londra, Pescara, Roma, Milano. Maggiormente in Europa che negli Stati Uniti, si stanno diffondendo botteghe artigianali di disegnatori ispirati dalle nuove tecnologie, non si tratta di designer, ma di figure alternative a questa rappresentativa categoria del talento italico o tipicamente english, mi riferisco allo scenario delle stampanti3D, ormai un varco potenziale, un precipizio identitario rispetto alla natura del 'Mercato'. Ma non costituisce un attacco alla tradizione. Centinaia di giovani Maker si sono riuniti in queste città e nelle loro fiere (Maker-Faire)  per fare comunità e condivisione di saperi open-source, sorprendendo la rete dei distributori del commercio, totalmente impreparata ad affrontare il fenomeno: non ne conoscono i linguaggi, che hanno origine dalla rete, da softwares gratuiti non soggetti al pagamento delle licenze, con l’ uso di apparecchi che sfuggono alla loro immaginazione e portano il disegnatore a prototipi in cui escludere la catena delle prassi di mercato. 

Oggi sono Start-Up, o centri 3DHub destinati verosimilmente ad essere riassorbiti nelle logiche del consumo e della richiesta, ma la 'stampante' taglia la strada al concetto di “centro di produzione industriale e distribuzione”: Si tratta di una  rivoluzione in corso che mette in luce taluni fattori sostanziali della cultura grafica. Si può disegnare, ad esempio, con un buon software,  ma non è dato  progettare senza conoscere il Disegno,  non dipende da un’ apparecchiatura di supporto!

La bella mostra dedicata ad Escher  mi ha aiutato a riconciliarmi con un pensiero profondo, il Disegno.

La scuola sarà certamente soggetta alla mediazione tecnologica, per la sua efficacia riduttiva delle distanze, come è accaduto nell' informatica. Tutte le discipline di studio sono trasversalmente coinvolte nell’ uso di una didattica che traduca i concetti in operazioni grafiche. La stampante3D  ne sviluppa il movimento nello spazio!

Ma è il Disegno a portare ad immaginare modi e mondi migliori, rendendo visibile ciò che diversamente  resterebbe “invisibile”, come diceva Escher ..."soltanto coloro che sfidano l'assurdo possono raggiungere l' impossibile". 

Si disegna per progettare il futuro non solo per “ripararlo”. Così è stato negli interventi di restauro dei Beni Culturali: negli ultimi cinquant'anni abbiamo rincorso i guai causati dal progresso grazie alla diagnosi e alla tecnologia, ma anche dal contatto con la tradizione dei materiali. Grazie ai saperi della tradizione abbiamo posto freno al loro stesso degrado!

Gli istituti di restauro italiani sono i più prestigiosi al mondo, i giovani allievi di queste scuole di alta formazione sono chiamati ovunque, ma gli esami di accesso si superano ancora dimostrando di saper tenere salda una matita e i pennelli, non solo col bisturi e il camice bianco.

Quanto è difficile riconoscere, da parte degli organi di governo del sistema scuola e di una cultura di massa ossessionata da falsi bisogni, che l' Inglese, l' Impresa, l' Informatica siano comunque e solo delle opportunità?

Dalle scelte di “gestione” della scuola dell’ ultimo decennio, il concetto delle tre “I” è  invecchiato prima di essere imposto, data la “camicia di forza” e il crollo stesso del loro argine di fronte alla crisi globale del sistema lavoro. I giovani hanno bisogno di ridisegnarsi uno scenario non solo per inserirsi nel mondo del lavoro, la scuola cerca di porre rimedio ai modelli culturali dominanti riducendo le distanze elitarie, diffondendo e facendo chiarezza sugli accessi ai linguaggi.

A taluni sistemi scolastici però sta sorgendo il dubbio se alla spremitura del mondo non sia più adeguato opporre modelli formativi orientati a garantire gestioni da sopravvivenza post-industriale, quindi guardare all’eco-sostenibilità in un’ottica di rinnovamento del concetto stesso di energie alternative. Anche perché, ultimamente, i linguaggi nati dal basso di tipo out-sider sembrano reagire attraverso strumenti più snelli e dinamici dei linguaggi tradizionali: ne sono un esempio le forme della Street-art, fuori dagli schemi e spesso vincenti sul piano comunicativo.

Ora, placata la febbre delle tre “I”, considerate le priorità dovute agli adeguamenti di mercato, alle mode, possiamo tentare di rimodulare le grammatiche dei linguaggi in una dimensione meno utilitaristica e chiassosa? Al Disegno e all’Arte lasciamo l’ attuale ridimensionamento da “week-end salva le coscienze” o ne riversiamo i suoi fondamenti al ruolo educativo della scuola?

E’ compito della scuola garantire l’ “incontro” fra tradizione e contemporaneità, creatività artistica e analisi scientifica, pensieri differenti che si confrontano e si concretano.

 

 

 

 

 

Nota biografica:

NICOLA GHIARONI, Buccinasco (MI) – Artista, Restauratore arte sacra, docente di Disegno e Storia dell’ arte, Consiglio Direttivo Artem Docere