STORIA DELL' ARTE, LEZIONI DIGITALI

Santino Nastasi

Liceo Ginnasio "G. Chiabrera" di Savona

 

Origine e caratteristiche strutturali delle lezioni digitali

Introduzione metodologica

 

Già  nei primi anni ottanta, agli esordi  della professione, avevo sperimentato tutte le tecnologie allora disponibili (episcopio, lavagna luminosa, diapositive, telecamera), ma esse risultavano sempre condizionate da almeno due limiti: la macchinosità operativa  e la scarsa flessibilità nella gestione dei dati (es. accanto alle immagini erano necessari testi scritti e schemi).

 

Negli anni novanta il calcolatore stava velocemente migliorando le sue prestazioni grafiche e l’editoria rendeva disponibili C.D. di argomento artistico, ma come già per il libro di testo anche queste proposte risultavano, nella prassi scolastica, troppo vincolanti per l’insegnante che necessita di un continua adattabilità al contesto in cui opera.

 

Infine solo i programmi di presentazione mediante diapositive digitali hanno offerto lo strumento adatto perché assai flessibile e veramente multimediale.

Naturalmente a monte della costruzione della presentazione c’è il lavoro lungo e complesso  di reperimento e elaborazione delle immagini che devono avere la forma più adatta  al percorso di apprendimento stabilito.

 

Queste lezioni digitali sono strutturate per essere svolte in classe e presuppongono comunque la spiegazione diretta dell’insegnante, esse mettono a disposizione una grande quantità di dati che facilitano lo studio, anche domestico, allo studente.

 

Osservazioni operative

La presentazione delle opere:

 

Per educare ad una visione consapevole è necessario presentare immagini di buona qualità, ma spesso non basta la semplice riproduzione dell’opera completa, infatti per penetrare, nei casi più significativi, la ricchezza e la complessità dei capolavori occorre inserire  particolari mediante ingrandimenti.

 

L’esperienza visiva amplia la capacità di comprensione e alimenta la sensibilità; per incentivare questa competenza bisogna offrire la possibilità di operare confronti tra opere diverse. Proprio dall’attivazione del processo di raffronto gli studenti rompono lo status di passività ricettiva realizzando personali  procedimenti deduttivi, che avvantaggiano lo sviluppo di un sapere più autonomo.

 

Gli sfondi: lo sfondo riveste una sua importanza, perché non deve interferire cromaticamente con le opere e con la leggibilità dei testi.

Le animazioni: l’introduzione nelle diapositive di una vasta gamma di animazioni  può, apparentemente, rendere più stimolante la lezione, ma spesso, se impostate in modo casuale, possono creare distrazione o essere semplicemente ridondanti. Oggi, dopo molteplici verifiche operative, ritengo che sia utile limitarle e comunque devono essere scelte in diretta relazione con l’informazione che si vuole evidenziare. Ritengo che una delle migliori sia la dissolvenza, perché rende confrontabili dati significativi (es. prima e dopo il restauro).

Schemi strutturali: con gli strumenti grafici offerti dai programmi è possibile sovrapporre, con le necessarie animazioni, elementi lineari o colorati che permettono di svelare le strutture nascoste o significative presenti nelle opere ( nuclei  compositivi , linee prospettiche, etc.).

Testi: i testi  sono molto importanti per capire ciò che si  osserva, oltre le normali didascalie con i dati relativi alle opere risultano necessari i titoli che preparano la lettura di una particolare immagine; inoltre nel generale percorso di apprendimento  risultano fondamentali le sintesi concettuali mediante frasi chiave il più possibile essenziali. Quando occorre sintetizzare grandi snodi culturali ritengo assai utili le mappe concettuali, che rendono facilitata una comprensione sintetica.

 

 Alla fine di questa riflessione voglio esprimere il mio ringraziamento e la riconoscenza agli studenti che hanno di loro iniziativa voluto produrre un sito web, che valorizza e rende condivisa questa mia esperienza professionale ed umana.

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