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LA "BUONA SCUOLA" NON E' ANCORA STATA SCRITTA

Il ruolo educativo dell’ arte ne “La Buona Scuola” è tutto da scrivere

di Marinella Galletti



Ancora una volta, dopo i provvedimenti della Riforma Gelmini che si era posta il principale obiettivo di “tagliare”, o meglio,  ciecamente “tagliare sulla formazione artistica per recuperare fondi”, con il documento “La Buona Scuola” si vuole dire che i docenti siano inadeguati a prescindere” e che occorra “far pagare loro” (ancora) il costo del miglioramento per una scuola di “qualità”, illusionistica, passante per l’ incessante ampliamento dell'offerta formativa; ossessiva sui temi dell’ innovazione e della valutazione standardizzata su docenti e studenti, per poi nulla qualificare e migliorare, in realtà.


Si prevede, tra questi, di conferire maggiori poteri al dirigente scolastico che potrà esprimersi sulla scelta dei docenti, scardinando  la natura pubblica del sistema scuola.


Nel documento, la discussione  si apre sul “piano straordinario” che prevede l’ assunzione in ruolo di 150mila precari storici, ai quali non  riconoscere, però, a livello giuridico ed economico, il lavoro svolto del periodo pre-ruolo!


“In dotazione” a questo grave non riconoscimento dei diritti, si prevede la cancellazione della progressione di carriera per anzianità, introducendo un “criterio di merito”, a cura di un “nucleo di valutazione interno”. “Criterio” che a conti fatti, rispetto all’ attuale sistema, assotiglia lo stipendio anche  ai “meritevoli” corrispondenti a quote del 66% dei docenti,  lungo l’ intero arco della carriera. Quote fisse che, evidentemente, esprimono la natura di tale procedura, meramente calcolo aziendalistico a cui ben poca coerenza  risulterà la reale qualità della didattica.


Discriminati i docenti esclusi da quel 66% di premiati, con grave sperequazione ai danni di chi per tutta la propria carriera si vedrà escluso da un miglioramento economico basato sui propri meriti, gerarchie e rivalità permanenti scardineranno  i principi di uguaglianza e di collegialità della Scuola della Costituzione, e di unitarietà dell’ intero sistema scolastico.


L’ esperienza maturata sul campo, in realtà, è la fonte prima dell’ acquisizione del metodo e della qualità dell’ offerta agli studenti. Questo non vuol dire che si debba far pagare agli studenti la formazione dei docenti: occorre garantire nella fase di reclutamento il personale preparato, e guidarlo nella formazione didattica durante i primi due anni (ad esempio) in servizio.


“Post Riforma Gelmini”, “La Buona Scuola”  prevede l’ ingresso dei privati nella scuola che, invitati ad investire economicamente, verranno ad “acquisire” spazi di loro competenza, inevitabilmente su scelte che riguardano la didattica.  L’obbligo di 200 ore l’ anno di “Alternanza Scuola Lavoro” per gli studenti degli Istituti Tecnici e Professionali  si inserisce in un  “piano” per la soddisfazione di interessi privati!


Secondo questa visione, è a rischio l’ intero impianto della Scuola della Costituzione.


Non possiamo accettare che nel documento si affermi che “lo Stato italiano non avrà mai le risorse necessarie alla scuola”, ragione per cui “il complessivo ripensamento della carriera dei docenti consentirà di riallocare le risorse attualmente assegnate sulla base dell’anzianità … a favore del miglioramento dell’offerta formativa, collegata al sistema di valutazione” e che si voglia offrire “ al settore privato e no-profit un pacchetto di vantaggi graduali per investimenti in risorse umane o finanziarie destinato a singole scuola o reti di scuole …”


 Tutto questo si tradurrà in “pacchetti di privatizzazione” e nel consolidamento delle differenziazioni territoriali!


Riteniamo che tutto il mondo imprenditoriale sia “tenuto” ad investire sulla scuola, con orientamento alla “Cittadinanza”, non certo agli interessi dell’ “impresa! Il futuro e l’ occupazione di una nazione non dipendono dalla scuola, bensì dalle scelte politiche ed economiche dei governi! La scuola ha il compito di qualificarsi come modello educativo capace di dare risposte alle speranze della società in relazione alla propria capacità di investire risorse e qualita’.


Ricordiamo, inoltre, che la stabilizzazione dei precari è un atto dovuto. E’ imminente la sentenza definitiva della Corte di Giustizia dell’ Unione Europea sulla “legittimità” dei contratti a termine perduranti ben oltre i 36 mesi nella scuola pubblica italiana.


Non vi è nulla di “plateale o eroico” in questo “piano di assunzione”, nulla per cui imporre altri sacrifici ai docenti o sabotare la didattica, ridotta ne “La Buona Scuola”, a “capitoli e rapporti” dell’ offerta formativa, traslata fuori dall’ ambito vero operativo che si realizza solo nel rapporto con gli studenti.


Solo una paginetta, infine, dalle oltre cento pagine de “La Buona Scuola”,  è dedicata al miglioramento del curricolo, ai contenuti di ciò che  “effettivamente sia da insegnare”.


Apprezziamo alcune “buone volontà”: che si preveda l’ insegnamento della musica nella Scuola primaria un’ ora alla settimana da parte di un docente esperto; che l’ insegnamento del Disegno e della Storia dell’ arte siano riportati nei bienni dei licei, ma è complessivamente evidente  che tali provvedimenti non sono in linea con le aspettative di una società orientata  alle nuove frontiere dei "saperi".


 E’ inaccettabile che lo studio di Disegno e Storia dell’ arte sia destinato ai soli studenti dei Licei o Istituti Turistici.


(Vedi “formazione artistica” Artem Docere):...“In Europa e nel mondo si stanno costruendo percorsi che imitano il nostro passato superandoci anche nelle prerogative di eccellenza. 


L’educazione e la formazione sono le chiavi per assicurarsi in futuro persone capaci e competenti e prospettive di rilancio dell’unica economia possibile e non effimera in Italia.


Assicurare pari dignità ad un linguaggio che costituisce il terzo fondamentale asse della formazione dell’ individuo non solo a livello professionale, in quanto l’ apprendimento dell’ arte é connesso con la salute psicofisica dei cittadini.


Assicurare più tempo scuola in questo campo, un curricolo potenziato e paritetico rispetto agli altri fondamenti dell’ istruzione.”


Artem Docere sostiene che il funzionamento della scuola debba essere garantito dallo Stato, come prevede la Costituzione Italiana. Uno stato che eroga poche risorse rende nei fatti inesistente il Diritto allo studio.


Artem Docere sostiene che il “miglioramento” della scuola si realizza lavorando per la cultura della Cittadinanza e delle equità sociali; per l’ equità delle opportunità educative offerte, e dei diritti, in senso migliorativo, non certo peggiorativo! e per la ripresa stessa della Cultura e dell’ Istruzione.


Sostenendo una revisione reale dei curricoli della scuola di ogni ordine e grado, presentiamo la PROPOSTA DI CURRICOLO formazione artistica.

 

La Proposta di Curricolo  è pubblicata anche sul web "LA BUONA SCUOLA" e può essere votata.