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Il Disegno, la non frontalità del sapere specialistico nella didattica

 

di Nicola Ghiaroni, Associazione Artem Docere

 

 

Sul coinvolgimento diretto, Disegno e Storia dell’ arte offre, soprattutto al Liceo delle Scienze Umane e al Liceo Linguistico, una ricchissima tradizione laboratoriale; appare evidente sia stata sacrificata più per una manipolazione dei dati che per calcolo pedagogico. 

Negli stages del Liceo delle Scienze Umane i docenti A025, impegnati nei principi pedagogici dell'arte come veicolo di realizzazione del sé, erano dietro i corsi di arte-terapia nel sociale, corsi di teatro terapeutici nei centri per anziani e disabili, portavano avanti il teatro Laiv negli istituti omnicomprensivi, e nel raccordo con gli ordini scolastici inferiori, dove hanno sempre contribuito a formare studenti motivati all'insegnamento nella scuola primaria. Nei Licei Linguistici, i docenti di A025 erano al centro di Comenius a forte vocazione artistico-letteraria, in quei progetti il collante era spesso l'analisi urbanistica e il rapporto comparativo sulla reciprocità nello scambio di esperienze sul territorio, dai beni culturali alle compagnie dei teatri stabili a quello di strada, per non parlare dei linguaggi extra-urbani. Dalla street-art ai 'non luoghi' della globalizzazione, dalle periferie dei centri urbani a forte vocazione industriale alle 'banlieu' parigine, per giungere ai centri cittadini italiani implosi da convivenze multiculturali forzate e per lo più inevase da PGT (piani di governo del territorio), carenti di fondi per la loro messa in campo.

Il contributo offerto dalla disciplina, un tempo rivendicata all'insegnamento dall'associazione nazionale architetti, presidiata dai docenti formatisi nelle Accademie di Belle Arti, era tale da formare un'insieme di anticorpi capaci di esportare in sede comunitaria una esperienza invidiabile, ahimè, oggi lasciata in carico ai docenti di A061.

Come facciamo capire l'importanza che riveste la piazza di Siena, oppure l'affresco del buon governo di Lorenzetti ai cosidetti “Nativi digitali”? Può una analisi filologica dei post-giotteschi sostituirsi agli strumenti della comparazione interpretativa?

Quando separo e divido opto sempre per una scelta che discrimina, se separo l'arte dall'incarnato che si radica nella città, la pittura in rapporto all'architettura è quanto la cattedra senza aver mai visto un cantiere!

La qualità, se proprio vogliamo esercitare il 'surplace', sta invece nello scambio tra gli strumenti della didattica del disegno e del progetto, attraversando antico e moderno, storia e contemporaneità. E mai come in questa fase storica, l'istruzione ha bisogno di tutte le sue maestranze, nel nostro paese invece sono di moda i camici bianchi e i master della Bocconi da diecimila euro l'anno, le corporazioni del business in management della cultura, in controtendenza rispetto ai più evidenti segnali di rinascita del progetto.

Poniamo l’esempio del “made in Italy”.

Un apparato brunelleschiano per l'Opera di S.Maria del Fiore di Firenze e una torre scenica per il Teatro alla scala di Mario Botta, un auditorium di Renzo Piano per l'Aquila, una seduta Curulis a una sedia di un giovane designer emergente del Salone satellite del mobile di Milano: sono gli stessi segni d’ identità. Un organismo vivente quello dell'arte, non un osso del giurassico. Il tramite del disegno resta imprescindibile. Leonardo diceva che "le cose sono più antiche delle lettere", oggi rischiamo di nominare le cose senza rapportarle alla loro natura originaria, potrebbero essere affidate al numero di date e nomi senza riuscire a riconoscerle nei nostri segni. La proiettività non è in opzione alla cultura, la sottende, a Napoli nei quartieri spagnoli, a Sesto S. Giovanni nelle acciaierie dismesse come alla Galleria Borghese a Roma, se vogliamo parlare di impressionismo citiamo la gare d’Orsay di Parigi. Ma se rendiamo Gae Aulenti un ostaggio museale, allora nemmeno la stupenda piazza che Milano le ha recentemente dedicato, e tutte le classi che vi porteremmo in visita, o i disegni, le attività di laboratorio grafico dedicate, potrebbero sottrarla all’oblio e alla dittatura del “cicerone”.