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Cento, 25 febbraio 2015

AL MINISTRO DELL’ ISTRUZIONE DELL’ UNIVERSITA’ E DELLA RICERCA

        Stefania Giannini   

 

Oggetto: “Lettera aperta”

A) LA BUONA SCUOLA” E “CHIAMATA ALLE ARTI”, APPROFONDIMENTI:

1) Monte ore Disegno e Storia dell’ arte nella Scuola secondaria di II grado; Formazione Artistica; Numero alunni per classe; criteri di merito docenti; risorse; 2) “Accademie di Belle Arti”, risposte.

B) ARTEM DOCERE, RICHIESTA DI PARTECIPAZIONE AI TAVOLI TECNICI DEL MIUR.

 

Signori Ministri, Signori Capo Dipartimento,

 

Gli Esperti di “Artem Docere” hanno recentemente pubblicato su Arsrete, Museo Virtuale della Didattica dell’ arte e, in risposta al documento governativo, su “La Buona Scuola”,  la PROPOSTA DI CURRICOLO FORMAZIONE ARTISTICA.   (Di seguito, i relativi link  http://www.artemdocere.it/mywork.php?id=3016

https://labuonascuola.gov.it/area/m/15946/)

 

Ne alleghiamo una copia cartacea, con l’ invio al Ministro Stefania Giannini, al Capo Dipartimento Marco Mancini  e al Premier Matteo Renzi.

 

Al fine di riepilogare gli "esiti" delle tante battaglie culturali a tutela della FORMAZIONE ARTISTICA nel nostro Paese  e per il ripristino dell’ insegnamento di Storia dell' arte e Disegno nella Scuola Secondaria di II grado, “battaglie” da noi promosse in questi anni;

Al fine di un confronto diretto e reale con le azioni di governo, sosteniamo la validità e la necessità della nostra presenza ai “tavoli tecnici” del Miur. Ne chiediamo la partecipazione, come già avviato durante il ministero di Maria Chiara Carrozza.

 

In sintesi, di seguito, esprimiamo alcune evidenze. Tra le perplessità, alla lettura dei documenti prodotti dal MIUR e indicati all’ oggetto, il cui  esame da parte nostra è ancora in corso, vi sono:

 

Al punto 1)

 

A) Monte ore studio Disegno e Storia dell’ arte:

Nel  documento "La Buona Scuola", solo una paginetta, delle oltre cento pagine, è dedicata all’ arricchimento del curricolo, ai contenuti di ciò che “sia da insegnare”.

Inoltre, non è espressamente definita la qualità, la "misura effettiva" della "reintroduzione" del Disegno e Storia dell’ arte: viene fatto riferimento a un “rafforzamento” nei “bienni” dei soli licei ed istituti turistici e si lascia intendere che tale rafforzamento sia di due ore a settimana per tali istituzioni.

 

Da “La Buona Scuola”, pag. 91 ...“Anche lo studio della Storia dell’Arte e Disegno va rafforzato, soprattutto nel biennio dei licei e degli istituti turistici. In questi ordinamenti l’insegnamento è già presente nei tre anni finali, ed estenderlo al biennio, tra l’altro ristabilendo una continuità con le medie, costerebbe circa 25 Milioni per due ore a settimana. Si tratta anche in questo caso di una introduzione ordinamentale che si potrà sostenere ampiamente attraverso le nuove assunzioni di soggetti iscritti nelle GAE per le classi di concorso in questione, per un fabbisogno complessivo di circa 3.400 classi...”

 

Ma è nel successivo documento del miur, "Chiamata alle arti" che viene fornita una spiegazione

che esplicita, inverosimilmente, un ulteriore taglio! Infatti, a pag. 41 del documento "Chiamata alle arti", si riepiloga quanto “guadagnato” nella scuola secondaria tramite il documento "La buona scuola":

“1 ora a settimana disegno e storia dell' arte nelle cinque classi dei licei”.(solo i licei)

 

Da “Chiamata alle arti”, pag. 41

" Nella Scuola Secondaria di II grado va restituita attenzione alla presenza della musica nell’ambito della formazione culturale generale e andrebbe introdotta la Storia della Musica a fianco della Storia dell’Arte. Occorre inoltre portare a compimento la dislocazione territoriale dei Licei musicali. Nel Piano “La Buona Scuola” sono già indicate alcune misure che, introdotte sin dalla scuola primaria, aiuterebbero ad andare in questa direzione. Con il Piano, il Governo ha inteso “ripensare ciò che s’impara a scuola” intervenendo a sostegno della cultura musicale ed artistica dei giovai e proponendo un’ora a settimana di educazione musicale nelle classi 4a e 5 a della scuola primaria, nonché un’ora in una tra le classi dalla 3a alla 5a della secondaria di secondo grado. Lo stesso è avvenuto per Storia dell’Arte e Disegno, introdotta nella misura di un’ora per ciascun anno di corso dalla 1 a alla 5...”

 

Quindi, nel documento, è indicato con il termine “introduzione” un’ ambiguità: “ non più 2 ore x 5  come nel precedente ordinamento,  e nemmeno più 2 ore x 3 come nei trienni della Riforma Gelmini”(?).

Bensì 1 ora x 5 = 5, perdendo rovinosamente altro monte ore anziché guadagnarlo!(?)

A meno che nel testo non si voglia intendere con il termine “introdurre” il significato “incrementare” di un’ ora per ciascun anno di corso dalla 1 alla 5...  Gli insegnanti di Disegno e Storia dell' arte, secondo la prima visione, sosterrebbero 18 classi  e non più nove! Impossibile attivare una qualsiasi didattica che abbia un senso educativo e formativo.

Chiediamo urgentemente che l’ evidente errore di “scrittura”, per ambiguità, venga rapidamente rettificato con il fine di chiarire la sola possibile soluzione e risposta all’ impoverimento culturale già avviato nel nostro paese: “incrementare”.

 

B) Formazione Artistica:

E’ opportuno estendere l’ insegnamento di Storia dell’ Arte unito e/o congiunto al Disegno a tutti gli ambiti educativi, Licei, Istituti Tecnici e Professionali. I fondamenti pedagogici  connessi a questa necessità sono stati più volte espressi ed approfonditi nei nostri documenti, dimostrando che costruire un modello di società in cui destinare conoscenze d’ identità e legate al  patrimonio  solo a un settore di cittadini, implica creare “mondi” incapaci di comunicare, tra chi produce arte, chi la tutela e chi dovrebbe saperla leggere o fruire.

E’ necessaria una revisione reale dei curricoli per la valorizzazione dei saperi dell’ arte, le cui opportunità metodiche ed educative concorrono alla costruzione della miglior relazione didattica; e per l’ accrescimento della consapevolezza del proprio sé, a cui l’ arte rinvia in senso soggettivo e storico. PROPOSTA DI CURRICOLO Artem Docere http://www.artemdocere.it/mywork.php?id=3016

 

C) Numero alunni per classe:

Unitamente ai contenuti di ciò che si insegna a scuola, il numero degli alunni per classe rappresenta il primo  “ambiente di apprendimento”. Questo importante tema non è trattato ne La Buona Scuola.

 I provvedimenti della riforma Gelmini hanno innalzato il minimo di alunni per classe, e con il successivo innalzamento del numero minimo di alunni per istituto (a ridosso di 1.000), Legge 111/2011, nelle attuali classi della scuola italiana, il numero di discenti raggiunge e oltre 28 allievi in media. Non di rado i raggruppamenti in classe raggiungono i 30 e più alunni. All’ evidenza del non rispetto delle misure in vigore che impongono precisi vincoli per non ledere il diritto allo studio, risultano anche superati  i limiti previsti dalle norme sulla sicurezza e dalla prevenzione degli infortuni.

Questa condizione, che grava onerosamente sull’ attività didattica del docente fino agli eccessi di impegni per i docenti che insegnano su nove classi, evidenzia l’ impossibilità didattica di individualizzare i processi di relazione insegnamento/apprendimento, annulla lo “spazio/apprendimento” dello studente che non può esprimere la qualità del proprio interesse e delle proprie abilità. Finalità che vanno coniugate alla vita scolastica, per far posto alla parola dell'alunno/studente, amplificare l' interazione da parte di quest'ultimo con il docente e con i compagni, valorizzare gli apporti concettuali e le iniziative di domanda che lo studente tenta di manifestare! Occorre, pertanto, ristabilire quei limiti (20/25 alunni per classe) a garanzia di una didattica di qualità che tenga conto dei reali bisogni formativi degli studenti.



D) Criteri di merito:

Nel “Documento”, la discussione sul “criterio di merito” per la definizione degli scatti stipendiali dei docenti risulta essere pura fonte di discriminazione “numerica” con grave sperequazione ai danni di chi per tutta la propria carriera si vedrà escluso da un miglioramento economico basato sui propri meriti. Rivalità permanenti scardineranno  i principi di uguaglianza e di collegialità della Scuola dei diritti e della Costituzione; la previsione di assegnare maggiori poteri al dirigente scolastico, che potrà esprimersi sulla scelta dei docenti, rischia di invalidare l’ unitarietà dell’ intero sistema scolastico per dare vita a relazioni soggettivistiche;

L’ esperienza sul campo, in realtà, è la fonte prima dell’ acquisizione del metodo e della qualità dell’ offerta agli studenti. Questo non vuol dire che si debba far pagare agli studenti la formazione dei docenti: occorre garantire nella fase di reclutamento il personale preparato e guidarlo nella formazione didattica durante i primi due anni in servizio. Garantire a tutti uguali diritti e progressione di carriera con incentivi alla formazione in servizio dei docenti per il miglioramento dell’ Offerta formativa.

Ricordiamo, infine, che la stabilizzazione dei precari è un atto dovuto. Atto che non può includere che vengano imposti sacrifici e rinunce a diritti per nessuno!

 

A garanzia del “merito” dei docenti, occorre  istituire un  “Livello di laboratori di ricerca pedagogico, didattica e tecnica e di Raccordo con i diversi segmenti dell’ Istruzione, con le Università e le Istituzioni Culturali”. Attività che attualmente i docenti svolgono senza riconoscimento di merito, né economico.

 

E) Risorse:

Non possiamo accettare che nel “Documento” si affermi che “lo Stato italiano non avrà mai le risorse necessarie alla scuola”, ragione per cui “il complessivo ripensamento della carriera dei docenti consentirà di riallocare le risorse attualmente assegnate sulla base dell’anzianità … a favore del miglioramento dell’offerta formativa, collegata al sistema di valutazione” e che si voglia offrire “ al settore privato e no-profit un pacchetto di vantaggi graduali per investimenti in risorse umane o finanziarie destinato a singole scuola o reti di scuole, attraverso meccanismi di trasparenza ed equità che non comportino distorsioni”. Tutto questo si tradurrà in  “pacchetti di privatizzazione”! L’ ingresso dei privati nella scuola che, invitati ad investire economicamente, verranno ad “acquisire” spazi di loro competenza su scelte che riguardano la didattica, scardinando l’ autonomia delle scuole e dell’ offerta formativa. 

Le “risorse” non possono che prevedere il coinvolgimento dell’ intero sistema: compito del Governo è trovare le soluzioni economiche,  che scaturiranno dall’ impegno di tutto il mondo imprenditoriale tenuto ad investire sulla scuola nell’ ottica del miglioramento dell’ intera società

Al punto 2)


“Chiamata alle arti”, dall’approvazione dell’ inapplicata Legge 508 del 1999, costituisce il solo documento prodotto dal Miur  che, persistendo in formulazione di domande, unita all’ asserzione che la ricchezza artistica del nostro paese sia un’opportunità da sfruttare, allontana dalle risposte necessarie alla soluzione delle problematiche delle Accademie di Belle Arti, a sostegno della conoscenza della storia passata e recente di queste secolari istituzioni.

 

Quale approfondimento di quanto già introdotto nel ns. documento PROPOSTA DI CURRICOLO alla voce “Accademie di belle arti” http://www.artemdocere.it/mywork.php?id=3016 , indichiamo le risposte (a domande non formulate)e le più coerenti priorità:

 

a) Passaggio dal biennio sperimentale al biennio ordinamentale con conseguente istituzione delle lauree magistrali per le Accademie di Belle Arti;

b) Istituzione del Terzo Livello (Dottorati di Ricerca). I docenti delle Accademie di Belle Arti, come da contratto, svolgono ricerche di alto livello qualitativo che contribuiscono al dibattito culturale italiano e internazionale (a proprie spese!). L’istituzione di laboratori di ricerca accademici è il prerequisito per fondare le Scuole Dottorali dove andranno progettati e strutturati i cicli di dottorato di ricerca accademici;

c) Istituzione dell’ “Abilitazione  Nazionale” relativa ai settori didattici di pertinenza delle Accademie (su modello dell’ASN). È questo il presupposto necessario per i passaggi orizzontali e verticali dei Professori, così da garantire non solo l’ internazionalizzazione del corpo docente, anche il diritto costituzionale alla progressione di carriera;

d) Aumento dell’organico del personale docente, in virtù dell’incremento del numero delle iscrizioni;

e) Svincolamento delle Accademie di Belle Arti da quei Conservatori che non vogliono o non sono in grado di distinguere l’ utenza della Secondaria da quella dell’Alta Formazione;

f) Inserimento nel CUN di una specifica area disciplinare (Compartimento delle Arti Visive) pertinente alle Accademie;

g) “Politecnici delle Arti”:  seppur previsti dalla Legge 508, la normativa vigente consente di scegliere i propri partner strategicamente fra un ampio ventaglio di istituzioni, incluse quelle universitarie e museali;

h) Per quanto riguarda le sedi storiche, esse sono parte integrante e imprescindibile del patrimonio storico e dell’ identità delle Accademie di Belle Arti. Ne chiediamo la valorizzazione e non la destinazione a scopi o istituzioni che non siano quelli originari.


Marinella Galletti

Presidente Artem Docere